Essere una persona onesta: una scelta di una cristiana sul luogo di lavoro

Dio disse, “In verità io vi dico: Se non mutate e non diventate come i piccoli fanciulli, non entrerete punto nel regno de’ cieli” (Matteo 18:3). “Lui possiede l’essenza della lealtà, perciò ci si può sempre fidare della Sua parola. Inoltre, le Sue azioni sono irreprensibili e indiscutibili. Ecco perché Dio apprezza coloro che sono del tutto sinceri con Lui”. Le parole di Dio ci hanno detto che ama le persone oneste. Quindi, da quando ho iniziato a credere in Dio, mi sono impegnata per essere una persona onesta. In questi anni, sia interagendo con i miei fratelli e sorelle o con i miei amici e colleghi, mi sono sempre impegnata a dire la verità. Per questo motivo, ho creduto di aver camminato sul percorso per diventare una persona onesta. Tuttavia, un recente incidente ha completamente ribaltato la mia opinione e mi ha fatto capire che essere una persona onesta non era così facile come avevo immaginato.

Ieri pomeriggio, mentre mi stavo preparando a lasciare il mio ufficio, una mia collega mi ha consegnato un documento che aveva scritto al fine di controllarlo. Dopo averlo esaminato per la prima volta, ho trovato che il modo di esprimersi non fosse molto chiaro e che c’erano alcuni problemi. Dopo la seconda più attenta lettura, mi sono resa conto che c’erano davvero diversi problemi, ma non ne ero così sicura. Mi sono quindi confrontata con la mia collega e alla fine abbiamo deciso le modifiche da attuare.

Oggi, non appena sono entrata nel mio ufficio, la mia collega mi ha detto che aveva finito di modificare il documento e mi ha chiesto di controllarlo nuovamente. Prima di aprire il documento, ho pensato: la qualità generale del suo ultimo documento, dopo le modifiche concordate, è migliorata molto. Anche questo deve essere buono. Quindi ho fatto clic sul documento con sicurezza e ho iniziato a leggerlo attentamente. Mentre leggevo, improvvisamente ho notato un problema molto serio che non avevamo notato ieri. E questo problema mi è sembrato particolarmente palese dopo le modifiche effettuate. Pensando a quanto sarebbe stato difficile riscrivere il documento, mi sono affrettata a cercare qualche riferimento pertinente per confrontarlo con questo, per paura di sbagliare a causa della mia ignoranza. Alla fine, ho capito che la parte che avevo pensato fosse confusa si rivelava corretta, ma poiché l’enfasi di questo documento non era stata posta su quella parte, se fosse rimasta, il documento sarebbe stato superfluo. Ma il problema era che queste sezioni erano già state modificate come l’essenza del documento; quindi, se fosse stato cancellato, il documento sarebbe risultato fuori tema. In quel momento sono rimasta interdetta. Il mio cuore si agitò subito: cosa dovrei dire alla mia collega? Ieri le avevo detto che nel suo documento non c’era nulla di serio e che sarebbe andato bene con alcune modifiche; ma oggi, se le dico che c’è un problema così grave, forse mi incolperà per averglielo fatto modificare? Come mi vedrebbe e cosa penserebbe di me?

Più pensavo, più mi sentivo perplessa. In un primo momento, non sapevo cosa fare. Così ho lasciato un messaggio a una sorella su Skype, in cerca del suo aiuto. Più tardi, mi rispose: “Se c’è qualcosa di sbagliato nel suo documento, dovresti dire la verità a prescindere da cosa penserà di te. Se sai che il documento ha dei problemi, ma ometti di comunicarglielo, danneggeresti anche gli interessi della tua azienda”. Le parole della sorella toccarono un mio punto dolente. Non ho potuto fare a meno di pensare ad un evento simile avvenuto due mesi fa. Ovviamente ho visto qualcosa di sbagliato in un documento di una mia collega, ma per mantenere il rapporto con lei, ho tradito il principio e non l’ho fatto notare. Fortunatamente, proprio mentre stava per inviare il documento a un cliente, un altro collega ha trovato il problema e l’ha fermata in tempo, il che ha evitato un terribile errore. Da allora, quel problema gettò un’ombra persistente sul mio cuore.

A distanza di due mesi, si ripete la stessa storia. Come dovrei agire questa volta? Come cristiana, era chiaro che avrei dovuto evidenziare con coraggio i problemi, anche se avrebbe offeso la mia collega, o anche se questo documento dovesse essere cancellato e riorganizzato, non dovrei andare contro la mia coscienza. Tuttavia, non potevo varcare questa soglia, al solo pensiero di come mi avrebbe fatto perdere la faccia. Avevo paura che la mia collega mi considerasse anormale per aver cambiato idea così in fretta. In realtà, era una cosa abbastanza normale. Tutte le persone possono commettere errori, e comunque la mia collega non mi biasimerebbe per questo. Ma ero soggetto al controllo e alla schiavitù della mia vanità così tanto che non riuscivo quasi ad aprire bocca. Avendo controllato più e più volte, ho deciso di cercare alcuni riferimenti per modificare questo documento da sola. Ma in qualche modo, nel corso della modifica, mi sono messa nei guai: non riuscivo a trovare il materiale giusto, o semplicemente non avevo pensieri, oppure ero così assonnata che le mie palpebre si afflosciavano.

Allora mi fermai immediatamente e pregai Dio, confidando a Lui quello che stavo pensando. In seguito pensai alla parola di Dio: “Per la vostra sorte, dovete cercare di essere approvati da Dio. Vale a dire, poiché riconoscete di essere annoverati nella casa di Dio, dovete allora portarGli serenità e compiacerLo in tutte le cose. In altre parole, dovete agire secondo principi e conformarvi alla verità in essi contenuta. Se questo è al di là delle tue capacità, allora sarai detestato e respinto da Dio e rifiutato con disprezzo da ogni uomo. Una volta cacciato in un simile ginepraio, non potrai essere annoverato nella casa di Dio. Questo è ciò che s’intende col non essere approvati da Dio”. “Comportarsi come un normale essere umano significa parlare con coerenza. Sì vuol dire sì, no vuol dire no.Sii fedele ai fatti e parla in modo appropriato. Non imbrogliare, non mentire”.

Poi ho anche ricordato che cosa un predicatore aveva detto in un incontro, il quarto articolo dei quattro principi per essere una persona onesta. Le sue parole erano queste: “Devi gestire le questioni seguendo i principi e in conformità con la verità, agire onestamente e in modo diretto, parlare e agire in relazione ai fatti, ed essere una persona aperta e leale”. Proprio come quando mi sono confrontata con l’incidente, a prescindere dal fatto che la questione fosse giusta o meno, ciò che rivelavo era una falsità e avrei compiuto un atto senza principi. In origine, la relazione tra i colleghi doveva essere di aiuto e complementare l’uno con l’altro, ad esempio: un documento deve essere scritto, modificato ed esaminato da diverse persone, questa è una normale procedura di lavoro. Ho aiutato il mio collega a controllare il documento e ho trovato alcuni problemi, ma non era minimamente una mia vendetta personale contro di lei; al contrario, volevo solo fare bene il lavoro. La mia intenzione era pura, ma perché è stato così difficile per me metterla in pratica? Riflettendo, ho pensato al fatto che, quando abbiamo entrambi modificato i documenti insieme, non abbiamo lavorato bene a causa di alcuni disaccordi. In seguito, ho lavorato sui articoli in esterna per mesi. Quindi questo documento è stata una nuova collaborazione tra di noi dopo il mio ritorno. Ricordo che prima lei mi disse che ero “più santa di te” e le parlai con un tono che sembrava superiore a tutti gli altri. Ho sempre avvertito reciproche tensioni nel nostro rapporto, e così, dopo essere tornata in azienda questa volta, mi sono detta di andare d’accordo con la mia collega. E così, di fronte ad una situazione simile, per mantenere il rapporto con la mia collega, non ho osato dire la verità anche se ovviamente avevo trovato dei problemi nel suo documento. Questo non era il comportamento di una persona onesta. Una persona onesta non mentirebbe o ingannerebbe gli altri con le sue parole o nel suo lavoro. Ma io non lo sono stata.

Attraverso l’illuminazione della parola di Dio, ho capito che non stavo agendo secondo il giusto principio, specialmente quando qualcosa mi colpiva, non riuscivo nemmeno pronunciare la parola onestà. Improvvisamente, mi sentivo piuttosto frustrata e non sapevo cosa fare.

Nel mio dolore, ho letto un passaggio della parola di Dio dal web del Vangelo, che diceva: “Sincerità significa donare il vostro cuore a Dio, mai imbrogliarLo; essere franchi con Lui in ogni cosa, senza mai nascondere la verità; mai fare ciò che inganna i superiori e illude i subordinati e mai fare ciò che serve soltanto a ingraziarsi Dio. In breve, essere sinceri vuol dire astenersi dall’impurità nelle vostre azioni e parole, e non ingannare né Dio né gli uomini. […] Se hai molte confidenze che sei restio a condividere e se non sei affatto disposto a rivelare i tuoi segreti – vale a dire le tue difficoltà – davanti agli altri, così da cercare la via della luce, allora dico che sei uno che non riceverà facilmente la salvezza e che non emergerà facilmente dalle tenebre. Se cercare la verità ti soddisfa, allora sei uno che dimora sempre nella luce”.

Dopo aver letto questo passaggio, ero in qualche modo consapevole che in precedenza pensavo che essere onesti non significava nient’altro che evitare di dire bugie, ma non ho mai notato che nella vita quotidiana quando la cosa coinvolgeva me stessa, il mio stato o i miei interessi, dire la verità potesse essere così difficile per me, proprio come se qualcuno chiedesse la mia vita. Questo passaggio della parola di Dio ci ha chiaramente indicato i contenuti relativi all’essere una persona onesta e qual è il risultato per le persone che non si impegnano ad esserlo. Le richieste di Dio per noi non erano difficili da seguire. Una persona onesta fa tutte le cose con il principio di “uno è solo uno e due sono solo due” e si sentirà in pace se agisce secondo questo principio. Prendi la difficoltà che ho incontrato come esempio, i problemi erano ovvi problemi, ma ho detto che non ce n’erano, non danneggiava gli interessi dell’azienda? Inoltre, all’inizio non ho trovato il problema, a causa della mia inadeguatezza professionale. Avevo solo bisogno di ammetterlo con coraggio. Non è stato un peccato. Allora perché è stato così facile da mettere in pratica per gli altri, ma per me è stato così complicato? Pensavo fosse tutto perché ero troppo orgogliosa per essere onesta. A differenza del mio comportamento, mi vergognavo ad essere una persona furba piuttosto che onesta.

Dopo aver ricevuto questi benefici, ho pregato Dio e ho promesso che ero disposta a donarmi a Dio e ad agire secondo la parola di Dio. Grazie a Dio per la Sua grazia. Quando ho raccontato alla mia collega i problemi del suo documento, lei non ha mostrato un atteggiamento ostile rispetto al mio consiglio, anzi, mi ha spiegato il ragionamento che ha portato a quella stesura del documento, le impurità e le carenze che aveva. Sentendole dire questo, ero commossa, stava lottando duramente per scrivere bene i suoi documenti.

La questione è banale ed è già passata, ma è impressionante e mi abbia portata ad una riflessione così profonda…

Essere una persona onesta: una scelta di una cristiana sul luogo di lavoroultima modifica: 2018-11-30T17:40:46+01:00da cartina888
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