Il felice esito del lavoro in un ristorante (Articolo audio)

Ming Zhen

Cong Xin faceva la cameriera in un ristorante ed era sempre stata una lavoratrice coscienziosa, ma per qualche motivo il titolare di recente aveva cominciato a perdere la pazienza con lei in maniera indiscriminata. Fin da quando era piccola, Cong Xin aveva sempre voluto primeggiare e fare del suo meglio in tutte le cose, e perfino il patrigno molto raramente parlava male di lei. Ma adesso doveva affrontare il titolare del ristorante che intenzionalmente le rendeva le cose difficili. Perciò più volte Cong Xin era stata sul punto di litigare furiosamente con lui, ma poi, riflettendo sul fatto di essere una credente in Dio e di dover essere una persona dotata di umanità e di buon senso, capiva di non poter più agire secondo i propri desideri come avveniva prima che credesse in Dio. Pertanto, quando il titolare andava in collera con lei, Cong Xin in cuor suo pregava: “O Dio! Tu permetti che avvenga questa situazione, e io Ti prego di impedirmi di scaldarmi e di fare qualcosa che getti fango sul Tuo nome o che mi renda lo zimbello di Satana”. Dopo la preghiera, il suo cuore un po’ si calmava.

Una volta, dopo avere pregato, Cong Xin pensò a un brano delle parole di Dio: “Nell’indole delle persone comuni non vi sono disonestà o falsità, le persone hanno un rapporto normale fra loro, non si isolano, e la loro vita non è né mediocre né decadente. E così, pure Dio è magnificato da tutti, le Sue parole permeano l’umanità, le persone vivono in pace fra loro e sotto la cura e la protezione di Dio, la terra è colma di armonia, senza interferenze da parte di Satana, e la gloria di Dio detiene la massima importanza fra gli uomini” (da “Capitolo 16” di Interpretazione dei misteri delle “Parole di Dio all’intero universo” in La Parola appare nella carne). Inoltre pensò a un brano della condivisione del fratello, che diceva: “Ora, i rapporti tra le persone non sono normali. Esse sono state profondamente corrotte da Satana. La loro integrità è tutto fuorché perfetta: le persone cercano solo il proprio tornaconto e nel gestire le cose cercano esclusivamente il proprio vantaggio a spese degli altri in tutto ciò che fanno; in tutte le cose che contano si fanno guidare dai loro obiettivi e scopi personali. Le persone vivono concentrandosi unicamente su se stesse e sui loro desideri materiali; non si preoccupano affatto degli altri e non provano neppure i sentimenti di amorevolezza che l’essere umano dovrebbe avere. Le persone tessono intrighi l’una contro l’altra, lottano le une contro le altre e si scontrano apertamente e in segreto, poiché sono incapaci di andare d’accordo; la coscienza e la ragione, di cui gli esseri umani dovrebbero essere dotati, sono scomparse dalla faccia della terra. Non c’è spirito di collaborazione fra le persone; se non possiedono almeno un po’ di pazienza, diverranno reciprocamente nemici giurati. Con il cuore colmo di malvagità, conflitti, ostilità e differenze inconciliabili, è come se le persone non avessero alcuna somiglianza con l’essere umano. I loro cuori sono stati totalmente occupati da Satana e sono zeppi delle sue concezioni del mondo. Tutto ciò è stato messo a nudo dalle parole di Dio, senza che vi sia alcun errore. Queste situazioni pratiche sono presenti in tutti” (da “I principali problemi da risolvere nel leggere le parole di Dio” nella condivisione del Fratello).

Dalle parole di Dio e dalla condivisione del fratello sull’ingresso nella vita, Cong Xin capì che i rapporti interpersonali erano anomali, perché sono stati tutti corrotti da Satana al punto di aver perduto la normale umanità, e perché vivono secondo filosofie di vita sataniche come “Ognuno per sé e che gli altri si arrangino”, “Noi non attaccheremo se non siamo attaccati; se siamo attaccati, contrattaccheremo”. Perciò litigano fra loro per difendere i propri utili e mantenere le apparenze e la vanità, discutono per cose banali fino ad accendersi in volto e addirittura lottano fino alla morte per queste cose. Cong Xin capiva di essere in collera col titolare perché riteneva di fare un buon lavoro e perciò di dover riceverne l’approvazione; però il titolare non solo non esprimeva mai tale approvazione, ma anzi si incolleriva con lei e le faceva perdere la faccia. Per questo motivo lei riteneva che il torto fosse dalla parte del titolare e pensava di avere un buon motivo per trattarlo allo stesso modo in cui la trattava lui. Ma così non viveva forse secondo il veleno satanico dell’“occhio per occhio”? Riflettendo, Cong Xin capì che Dio stava usando tale faccenda per purificarla e trasformarla, consentendole di imparare a riconoscere la propria natura corrotta mediante i rapporti con le altre persone, nonché di imparare a mettere in pratica la verità e vivere la normale umanità, e imparare a chinare la sua presuntuosa testa ed essere paziente quando gli altri la offendevano.

Cong Xin quindi pensò a un brano della condivisione del fratello che ascoltava spesso: “Se vuoi avere pazienza con gli altri, è necessario innanzitutto comprenderli, il che significa che, se anche qualcuno ti dice una cosa che ti offende, devi prima capire questo: ‘Le sue parole mi hanno ferito. È come se ciò che ha detto avesse messo a nudo i miei punti deboli ed fosse diretto a me. Se le sue parole sono rivolte a me, che cosa vuole dirmi con questo? Sta cercando di farmi del male? Mi considera suo nemico? Mi odia? Si vuole vendicare di me? Non l’ho offeso, quindi la risposta a queste domande non può essere “sì”’. […] Quando ha detto queste parole stava semplicemente esprimendo ciò che pensa una persona normale, […] di certo, non stava prendendo di mira intenzionalmente alcun individuo specifico. Per prima cosa, sii comprensivo, poi la rabbia che provi potrà dissiparsi e così riuscirai a diventare paziente” (da “Come costruire la vita di Chiesa e il significato del costruire la vita di Chiesa” in Sermoni e comunicazioni sull’ingresso nella vita (I)).

Cong Xin allora capì che se voleva davvero essere paziente con gli altri doveva prima raggiungere la capacità di capire. Così, parlando con i colleghi, Cong Xin venne a conoscenza dei recenti sviluppi per il titolare: emerse che una nuova cameriera del ristorante di recente si era sbagliata nell’incassare i soldi delle ordinazioni dei clienti, e per questo il titolare era di cattivo umore e sfogava la sua collera su Cong Xin; non era per qualcosa che avesse fatto lei. Cong Xin pensò che, se le loro posizioni si fossero invertite e fosse stata lei la titolare, si sarebbe incollerita anche lei per una situazione del genere. Se non avesse avuto il giudizio e il castigo delle parole di Dio a proteggerla, sarebbe stata proprio come il titolare. Quando Cong Xin seguì tale ragionamento, vide ridursi in modo sorprendente la collera che provava in cuor suo nei confronti del titolare. Non voleva più discutere col titolare e riuscì da un lato a contemplare normalmente le parole di Dio e dall’altro a svolgere il suo lavoro. Una sera, mentre al termine del lavoro timbrava il cartellino all’uscita, Cong Xin per caso incrociò il titolare. Lo salutò educatamente, dicendo: “A domani, signore”. Il titolare rimase sorpreso e, contrariamente al suo comportamento abituale, rispose cordiale: “Faccia attenzione tornando a casa”. Quella sera Cong Xin, che di solito era molto cauta mentre percorreva le strade a piedi di notte, dimenticò del tutto i suoi timori, poiché per tutta la strada rammentò quegli ultimi giorni nei quali, mediante la preghiera e la contemplazione delle parole di Dio, era giunta a conoscere sé stessa e aveva messo in pratica la verità. Aveva sperimentato che vivendo secondo le parole di Dio era effettivamente in grado di vivere una normale umanità, e aveva il cuore colmo di pace e di gioia.

Nei giorni seguenti, poiché il ristorante era molto affollato, Cong Xin dovette fare gli straordinari con i colleghi. Sebbene il lavoro fosse frenetico e stancante, Cong Xin non si lamentava mai. L’unica cosa che la rendeva scontenta era che i suoi colleghi spesso battevano la fiacca. Per esempio, quando entrava un cliente, i colleghi si affrettavano a prenderne l’ordinazione e a portare le bevande, lasciando a Cong Xin tutto il lavoro sporco, come pulire i tavoli. Specialmente all’ora di punta, Cong Xin correva qua e là sudando sette camicie, e quando veniva l’ora di terminare il lavoro le restava anche da pulire il pavimento. Quasi ogni giorno era l’ultima a cambiarsi d’abito e a timbrare il cartellino. Col passare del tempo, Cong Xin cominciò a sentire di non farcela più. Pensava che percepiva lo stesso stipendio dei suoi colleghi, ma lavorava di più e il lavoro era più stancante del loro, e più ci rifletteva e più si sentiva trattata ingiustamente e provava risentimento. Cong Xin desiderava che il titolare capisse tutto questo e sapesse che lei faticava più degli altri. Se avesse ottenuto anche solo un piccolo aumento, non si sarebbe sentita così di malumore. Cong Xin talvolta provava a fare l’indolente e la furba ma, quando vedeva i tavoli che uno dopo l’altro attendevano di essere puliti, non poteva fare a meno di mettersi all’opera. Si sentiva molto depressa e addolorata e le pareva di essere vittima di prepotenze. Nel suo dolore, Cong Xin pregò Dio: “O Dio! Mi sento esausta e trattata ingiustamente nel mio rapporto con i colleghi. Percepiamo lo stesso stipendio, perciò io non sono disposta a lavorare più di loro. Quali lezioni devo apprendere in questo ambiente? Che cosa posso fare per vivere una normale umanità? Ti prego di guidarmi…”

Un giorno dopo il lavoro Cong Xin arrivò a casa e notò nella condivisione del fratello un brano che diceva: “Devi essere concreto con gli altri. Anche se hai fatto qualcosa di concreto per qualcun altro, non dirlo, poiché è meglio compiere azioni concrete. Per esempio, se qualcun altro ha un problema e tu lo aiuti a risolverlo, e poi dici: ‘Oggi sono stato in grado di aiutarti a risolvere il tuo problema. Non l’ho forse fatto perché ci vogliamo bene? Non l’ho forse fatto perché ti voglio bene?’ Dirlo è inutile, giusto? Quando aiuti qualcun altro, sai in cuor tuo che l’hai aiutato, e ti deve bastare così: che senso ha dire cose del genere? È meglio compiere un’azione concreta! Le tue parole implicano che, offrendo un piccolo aiuto a qualcuno, vuoi conquistarne l’affetto, vuoi che si ricordi di te e sia buono con te. Giusto? Non significa forse essere falsi e indossare una maschera? Non significa forse contrattare con gli altri? […] Perciò, quando parli con gli altri, parla sinceramente, e quando fai le cose, compi azioni concrete; non pronunciare parole false o velate. Anche se aiutiamo qualcuno, che poi è gentile verso di noi o si sente grato, noi non dobbiamo chiedergli queste cose, perché non chiediamo gratitudine a nessuno” (da “Come costruire la vita di Chiesa e il significato del costruire la vita di Chiesa” in Sermoni e comunicazioni sull’ingresso nella vita (I)).

Dopo aver letto il brano della condivisione del fratello, Cong Xin capì che solo una persona sincera ha vere sembianze umane, che le persone sincere sono concrete, si spendono onestamente e sinceramente quando fanno le cose e non chiedono nulla in cambio. Le sue espressioni però stavano a indicare che, se non ci avesse guadagnato niente, non si sarebbe nemmeno alzata dal letto; che, per profondere un impegno maggiore, avrebbe voluto essere pagata; e che, se non avesse ottenuto nulla in cambio, non sarebbe stata disposta a sprecare energie. In realtà, non era stanca lei perché lavorava tanto, ma era stanco il suo cuore. Rifletté: “Come posso non essere stanca se non voglio compiere il minimo sforzo senza essere pagata?” E così Cong Xin finalmente scoprì la causa profonda del suo dolore e del suo risentimento e trovò il modo di andare d’accordo pacificamente con i colleghi, ossia essere una persona davvero sincera e disposta a fare le cose senza chiedere nulla in cambio. Solo in questo modo ci si guadagna l’approvazione di Dio e il cuore diventa calmo e libero. Altrimenti, per quanto impegno si metta in ciò che si fa, è tutto privo di senso. Da quel momento in poi Cong Xin non fu più meschina nel suo rapporto con i colleghi; faceva tranquillamente tutto quello che poteva, senza cercare di cambiare gli altri. In seguito, il capoturno del ristorante all’improvviso cominciò ad aiutare attivamente Cong Xin nel lavoro, e il titolare del ristorante vide che i colleghi di Cong Xin battevano la fiacca e così li fece lavorare di più, e Cong Xin faceva il possibile per aiutarli. Da quel momento i colleghi cambiarono e cominciarono a darsi da fare. In cuor suo, Cong Xin provava un sentimento di gioia inesprimibile; sapeva che tutto questo era il risultato dell’essersi comportata secondo la volontà di Dio, e in cuor suo continuava a ringraziarLo.

In seguito, a causa di un’emergenza, Cong Xin non poté più lavorare al ristorante. Secondo la prassi del ristorante, per licenziarsi doveva dare un mese di preavviso, altrimenti non solo non avrebbe ricevuto lo stipendio di quel mese, ma non sarebbe stata più riassunta in futuro. Ma Cong Xin davvero non aveva il tempo di dare il mese di preavviso e quando consegnò la lettera al titolare si era già rassegnata all’idea di perdere lo stipendio. Inaspettatamente il titolare le parlò con tono serio dicendo: “A essere sincero, detesto davvero che se ne vada. Ormai è molto difficile trovare una persona onesta come lei. Ritengo che lei abbia una levatura davvero notevole”. Cong Xin rispose: “Signore, lei è troppo gentile. Io non ho nessuna levatura, ho studiato solo fino alle scuole medie”. Il titolare disse: “La levatura di cui parlo non si riferisce al grado di istruzione, ma alla sua qualità come persona e alla sua mentalità”. All’udire queste cose, Cong Xin si sentì profondamente confortata, eppure percepiva con molta chiarezza che questo non era dovuto ai suoi meriti, ma dipendeva interamente dal fatto di essere stata trasformata dall’opera e dalle parole di Dio.

Il massimo per Cong Xin fu che un giorno, dopo avere lasciato il lavoro al ristorante, il titolare la chiamò e le disse di andare a riscuotere lo stipendio dell’ultimo mese. Al suo arrivo al ristorante, il titolare le consegnò lo stipendio fino all’ultimo centesimo e le ripeté più volte che poteva tornare a lavorare lì quando avesse voluto. Mai Cong Xin avrebbe pensato che alla prassi del ristorante, fino ad allora sempre immutata, sarebbe stata fatta un’eccezione proprio per lei! In quel momento continuò in cuor suo a ringraziare e a lodare Dio. Sapeva che tutto questo era merito di Dio e che erano state le Sue parole a trasformarla e a consentirle di guadagnarsi il rispetto degli altri. Cong Xin pensò che, se avesse trattato gli altri e gestito le cose seguendo la propria indole corrotta, non avrebbe ricevuto nemmeno un centesimo dello stipendio dell’ultimo mese, e tanto meno il titolare le avrebbe detto di tornare a lavorare lì in qualsiasi momento.

Dopo questa esperienza Cong Xin percepì con chiarezza che, davanti alle difficoltà, se avesse agito facendo affidamento sulle parole di Dio, avrebbe vissuto una normale umanità. In apparenza può sembrare che lì per lì si debba subire una perdita di qualche tipo e si può anche arrivare a perdere la faccia, ma mettere in pratica la verità e soddisfare Dio è una testimonianza che Gli dà gloria! In quanto essere creato in grado di mettere in pratica la verità e soddisfare Dio, Cong Xin non solo poteva guadagnarsi il rispetto degli altri ma, cosa ancora più importante, il conforto che provava in cuor suo non poteva essere misurato né sostituito da alcun guadagno materiale, dalla reputazione o dalla vanità. Sono le parole di Dio ad aver consentito oggi a Cong Xin di apprendere a comportarsi realmente da persona e di imparare a relazionarsi con gli altri, e lei ritiene sinceramente che la gioia provata in cuor suo ogni volta che mette in pratica la verità sia la più grande e più vera benedizione di Dio!

Il felice esito del lavoro in un ristorante (Articolo audio)ultima modifica: 2019-02-17T17:43:52+01:00da cartina888
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