L’opera di Dio, l ’indole di Dio e Dio Stesso II (Parte 1.2)

L’opera della gestione di Dio e della salvezza dell’umanità inizia con l’offerta di Isacco da parte di Abramo

Con la nascita di un figlio ad Abramo, la promessa che Dio gli aveva fatto fu adempiuta. Ciò non significa che il piano di Dio si fermò qui; al contrario, il grandioso piano di Dio per la gestione e la salvezza dell’umanità era solamente iniziato, e la concessione benedetta di un figlio ad Abramo fu solo il preludio del Suo piano globale di gestione. In quel momento, chi si sarebbe potuto immaginare che la battaglia di Dio con Satana era iniziata silenziosamente nell’istante in cui Abramo aveva offerto Isacco in sacrificio?

Dio non Si preoccupa dell’insensatezza umana, ma chiede solo che l’uomo sia fedele

Ora, prendiamo in considerazione ciò che Dio fece per Abramo. In Genesi 22:2, Dio diede questo ordine ad Abramo: “Prendi ora il tuo figliuolo, il tuo unico, colui che ami, Isacco, e vattene nel paese di Moriah, e offrilo quivi in olocausto sopra uno dei monti che ti dirò”. L’intenzione di Dio era chiara: stava chiedendo ad Abramo di offrire il suo unico figlio, Isacco, che egli amava, in olocausto. A ripensarci, il comando di Dio non è forse ancor oggi in contraddizione con le idee dell’uomo? Sì! Tutto ciò che Dio fece in quel tempo è completamente contrario alle idee dell’uomo e incomprensibile. Le idee comuni erano le seguenti: proprio quando un uomo non aveva fede e riteneva impossibile la cosa, Dio gli diede un figlio, e dopo che l’uomo l’ebbe ottenuto, Dio gli chiese di offrirlo in sacrificio: cose da pazzi! Ma Dio cosa voleva fare veramente? Qual era il Suo scopo effettivo? Egli aveva dato ad Abramo un figlio senza porre condizioni, ma aveva altresì chiesto ad Abramo di offrirGli un sacrificio incondizionato. Era troppo? Da un punto di vista esterno, ciò era non solo eccessivo ma anche un “causare problemi per nulla”. Ma Abramo stesso non pensò che Dio gli stesse chiedendo troppo. Sebbene nutrisse pensieri di scarsa importanza e fosse un po’ diffidente nei confronti di Dio, tuttavia era pronto a offrire il sacrificio. A questo punto, quale elemento, secondo te, prova che Abramo era pronto a sacrificare suo figlio? Cosa viene detto in questo passo? Il testo originale narra così le cose: “E Abrahamo levatosi la mattina di buon’ora, mise il basto al suo asino, prese con sé due de’ suoi servitori e Isacco suo figliuolo, spaccò delle legna per l’olocausto, poi partì per andare al luogo che Dio gli avea detto” (Genesi 22:3). “E giunsero al luogo che Dio gli avea detto, e Abrahamo edificò quivi l’altare, e vi accomodò la legna; legò Isacco suo figliuolo, e lo mise sull’altare, sopra la legna. E Abrahamo stese la mano e prese il coltello per scannare il suo figliuolo” (Genesi 22:9-10). Quando Abramo stese la mano e prese il coltello per uccidere suo figlio, le sue azioni avvenivano sotto lo sguardo di Dio? Certamente. L’intero processo – fin dall’inizio, da quando Dio aveva chiesto ad Abramo di sacrificare Isacco, a quando Abramo realmente aveva sollevato il coltello per uccidere suo figlio – mostrò a Dio il cuore di Abramo, e a prescindere dalla sua precedente insensatezza, ignoranza e incomprensione di Dio, in quel momento per Dio il cuore di Abramo era fedele e onesto, ed egli veramente stava per restituire a Dio Isacco, il figlio che Dio Stesso gli aveva donato. In lui, Dio vide l’obbedienza, l’autentica obbedienza che Egli desiderava.

Dal punto di vista dell’uomo, Dio compie molte cose incomprensibili e addirittura incredibili. Quando Dio desidera dirigere qualcuno, spesso la Sua direzione è in contrasto con le idee dell’uomo e incomprensibile a questi, ma proprio questa dissonanza e questa incomprensibilità sono la prova di Dio e la verifica dell’uomo. Intanto, Abramo seppe dimostrare l’obbedienza a Dio nel proprio intimo, il che rappresentò il principale motivo per cui egli fu in grado di ottemperare alle esigenze di Dio. Solo allora, quando Abramo fu in grado di obbedire ai comandi di Dio, offrendo Isacco, Dio provò veramente rassicurazione e approvazione nei confronti dell’umanità (nei confronti di Abramo, che Egli aveva scelto). Solo allora Dio fu sicuro che la persona che aveva scelto era un capo indispensabile, in grado di portare avanti la Sua promessa e il Suo successivo piano di gestione. Sebbene si trattasse solo di una prova e di una verifica, Dio Si sentì gratificato, sentì l’amore dell’uomo per Lui e Si sentì confortato dall’uomo come non mai. Nel momento in cui Abramo sollevò il coltello per uccidere Isacco, Dio lo fermò? Egli non permise che Abramo sacrificasse Isacco, semplicemente perché non aveva nessuna intenzione di togliere la vita a Isacco. Pertanto, Dio fermò Abramo giusto in tempo. Per Lui l’obbedienza di Abramo aveva già superato la verifica, ciò che egli aveva fatto era sufficiente e Dio aveva già visto l’esito di ciò che Egli intendeva fare. Tale esito era soddisfacente per Dio? Si può dire che lo era, che era proprio ciò che Dio voleva e che aveva desiderato vedere. È vero? Sebbene, in contesti diversi, Dio usi metodi diversi per mettere alla prova ogni persona, in Abramo Egli vide ciò che aveva desiderato, vide che il cuore di Abramo era sincero, che la sua obbedienza era incondizionata, ed era appunto una simile “incondizionatezza” ciò che Dio desiderava. Spesso le persone dicono: “Ho già offerto questo, ho già rinunciato a quello. Perché Dio non è ancora soddisfatto di me? Perché continua a sottopormi a prove? Perché continua ad assoggettarmi a verifiche?”. Tutto ciò dimostra un fatto: Dio non ha visto il tuo cuore e non lo ha ancora guadagnato. Il che equivale a dire che Egli non ha ancora visto una tale franchezza, come quando Abramo fu capace di sollevare il coltello per uccidere suo figlio di suo pugno e offrirlo in sacrificio a Dio. Egli non ha ancora visto la tua obbedienza incondizionata e non è ancora stato confortato da te. Quindi, è naturale che continui a metterti alla prova. Non è forse vero? Terminiamo qui l’esposizione di questo tema. Adesso leggiamo “la promessa di Dio ad Abramo”.

3. La promessa di Dio ad Abramo

Genesi 22:16-18 Io giuro per me stesso, dice Jahvè, che, siccome tu hai fatto questo e non m’hai rifiutato il tuo figliuolo, l’unico tuo, io certo ti benedirò e moltiplicherò la tua progenie come le stelle del cielo e come la rena ch’è sul lido del mare; e la tua progenie possederà la porta de’ suoi nemici. E tutte le nazioni della terra saranno benedette nella tua progenie, perché tu hai ubbidito alla mia voce.

Questo è il racconto completo della benedizione di Dio ad Abramo. Anche se breve, il suo contenuto è ricco: comprende il motivo e il contesto del dono di Dio ad Abramo e il contenuto concreto di tale dono. È inoltre permeato della gioia e dell’entusiasmo con le quali Dio pronunciò queste parole, nonché dell’insistenza del Suo desiderio di guadagnare coloro che sanno ascoltare le Sue parole. In tutto questo, possiamo vedere la cura e la tenerezza di Dio verso coloro che obbediscono alle Sue parole e seguono i Suoi comandi. E dunque percepibile anche il prezzo che Egli paga per guadagnare le persone e la cura e l’attenzione che dedica per guadagnarle. Inoltre, il passo, che contiene le parole “Io giuro per me stesso”, ci fornisce un potente senso dell’amarezza e della sofferenza sopportate da Dio, e da Lui solo, dietro le quinte dell’opera del Suo piano di gestione. È un passo che ci fa riflettere, che ha un’importanza speciale e un impatto di vasta portata su coloro che sono venuti dopo.

L’uomo ottiene le benedizioni di Dio a causa della sua sincerità e obbedienza

La benedizione elargita da Dio ad Abramo, di cui abbiamo appena letto, fu grande? Quanto grande? Nel passo troviamo una frase fondamentale: “E tutte le nazioni della terra saranno benedette nella tua progenie”, che mostra come Abramo ricevette benedizioni mai concesse a nessuno prima o dopo di lui. Quando, come Dio gli aveva chiesto, Abramo restituì il suo unico figlio, il suo amato unigenito, a Dio (si noti: in questo caso non si può utilizzare il termine “offrì”, ma bisogna precisare che egli restituì suo figlio a Dio), non solo Dio non permise ad Abramo di offrire Isacco, ma inoltre lo benedisse. Con quale promessa benedisse Abramo? Con la promessa di moltiplicarne la progenie. E di quanto l’avrebbe moltiplicata? Le Scritture ci forniscono il dettaglio seguente: “come le stelle del cielo e come la rena ch’è sul lido del mare; e la tua progenie possederà la porta de’ suoi nemici. E tutte le nazioni della terra saranno benedette nella tua progenie”. Qual era il contesto in cui Dio pronunciò queste parole? Ovverosia, perché Abramo ricevette le benedizioni di Dio? Le ricevette per il motivo specificato nelle Scritture: “perché tu hai ubbidito alla mia voce”. Cioè, poiché Abramo aveva eseguito il comando di Dio, poiché aveva fatto tutto ciò che Dio gli aveva detto, chiesto e comandato senza la minima obiezione, Dio gli fece una simile promessa. In tale promessa figura una frase fondamentale che rivela i pensieri di Dio in quell’istante. L’avete notata? Forse non avete prestato abbastanza attenzione alle Sue parole “Io giuro per me stesso”. Esse significano che, quando Dio pronunciò queste parole, stava giurando per Se Stesso. Per cosa giurano le persone quando fanno un giuramento? Giurano per il Cielo, cioè fanno un giuramento a Dio e giurano per Dio. Forse non riuscite a capire il motivo per cui Dio giura per Se Stesso, ma ci riuscirete se vi fornirò la spiegazione corretta. Di fronte a un uomo che riusciva solo ad ascoltare le Sue parole ma non riusciva a comprendere il Suo cuore, ancora una volta Dio Si era sentito solo e confuso. Nella disperazione e, si può dire, inconsciamente, Dio fece qualcosa di molto naturale: quando concesse la Sua promessa ad Abramo, Si mise una mano sul cuore e Si rivolse a Se Stesso, per cui l’uomo Lo sentì esclamare “Io giuro per me stesso”. Vedendo le azioni di Dio, puoi pensare a te stesso. Quando ti metti una mano sul cuore e parli a te stesso, hai una chiara idea di ciò che stai dicendo? Il tuo atteggiamento è sincero? Stai parlando francamente, con il tuo cuore? Così, qui vediamo che quando Dio parlò ad Abramo era serio e sincero. Nello stesso momento in cui parlava con Abramo e lo benediceva, Dio parlava anche a Se Stesso. E Si diceva: “Benedirò Abramo, e renderò la sua progenie numerosa come le stelle del cielo, e così copiosa come la rena ch’è sul lido del mare, perché egli ha obbedito alle Mie parole ed è colui che Io ho scelto”. Quando Dio disse “Io giuro per me stesso”, stabilì che in Abramo avrebbe creato il popolo eletto di Israele, e che quindi lo avrebbe fatto procedere di pari passo con la Sua opera. Cioè, Egli avrebbe fatto in modo che i discendenti di Abramo si facessero carico dell’opera della gestione di Dio, e che la Sua opera e quanto aveva espresso sarebbero iniziati con Abramo e sarebbero proseguiti con i suoi discendenti, realizzando così il desiderio divino di salvare l’uomo. Che ne dite, non è una benedizione? Per esseri umani non esiste benedizione più grande di questa; si può ben dire che sia il colmo delle benedizioni. La benedizione ottenuta da Abramo non fu la moltiplicazione della sua progenie, ma la realizzazione, da parte di Dio, della Sua gestione, missione e opera nei discendenti di Abramo. Ciò significa che le benedizioni ottenute da Abramo non furono provvisorie, ma continuarono, a mano a mano che il piano di gestione di Dio progrediva. Quando Dio parlò, quando giurò per Se Stesso, aveva già preso una decisione. Il corso della Sua decisione era autentico? Era reale? Dio decise che, da quel momento in poi, i Suoi sforzi, il prezzo che Egli aveva pagato, ciò che Egli ha ed è, il Suo tutto e addirittura la Sua vita sarebbero stati dati ad Abramo e ai suoi discendenti. Quindi, Dio decise altresì che, a partire da quel gruppo di persone, avrebbe manifestato le Sue azioni e consentito all’uomo di vedere la Sua sapienza, la Sua autorità e la Sua potenza.

Guadagnare coloro che conoscano Dio e siano capaci di renderGli testimonianza è il Suo desiderio immutabile

Mentre stava parlando a Se Stesso, Dio parlò anche ad Abramo, ma oltre ad ascoltare le benedizioni che Dio gli elargiva, in quel momento, Abramo seppe comprendere altresì i veri desideri di Dio, contenuti in tutte le Sue parole? Non ne fu capace! E quindi, in quel momento, mentre Dio giurava per Se Stesso, il Suo cuore era ancora solitario e afflitto. Non c’era ancora nessuno in grado di capire o afferrare ciò che Egli pensasse o pianificasse. In quel momento nessuno, compreso Abramo, era in grado di parlarGli con fiducia, e ancor meno vi era qualcuno in grado di collaborare con Lui nel compimento dell’opera che Egli doveva compiere. In apparenza, Dio aveva guadagnato Abramo, e quindi esisteva qualcuno in grado di obbedire alle Sue parole. Ma in realtà, la conoscenza che quella persona aveva di Dio era praticamente nulla. Anche se Dio aveva benedetto Abramo, il Suo cuore non era ancora soddisfatto. Che significa che Egli non era soddisfatto? Significa che la Sua gestione era solo agli inizi, che le persone che desiderava guadagnare, che desiderava vedere, che aveva amato, erano ancora distanti da Lui; aveva bisogno di tempo, doveva aspettare, doveva essere paziente. Questo perché in quel momento, a parte Dio Stesso, non c’era nessuno che sapesse ciò di cui Egli aveva bisogno, ciò che desiderava conquistare o ciò a cui aspirava. Quindi, pur provando molto entusiasmo, al tempo stesso Dio era pieno di apprensione. Tuttavia non fermò i Suoi passi e continuò a pianificare la fase successiva della Sua opera.

Che cogliete nella promessa di Dio ad Abramo? Dio elargì grandi benedizioni ad Abramo semplicemente perché egli aveva ascoltato le Sue parole. Sebbene, a prima vista, ciò sembri normale e ordinaria amministrazione, in ciò possiamo discernere il cuore di Dio: Egli apprezza particolarmente l’obbedienza che l’uomo manifesta nei Suoi confronti e ha molto a cuore la comprensione che l’uomo ha di Lui e la sincerità che Gli dimostra. Quanto Gli sta a cuore una simile sincerità? Forse non potete capire quanto Gli stia a cuore, e forse nessuno se ne può fare un’idea precisa. Dio diede ad Abramo un figlio e quando tale figlio fu cresciuto, gli chiese di offrirGlielo in sacrificio. Abramo si attenne al comando di Dio alla lettera, obbedì alla parola di Dio e la sua sincerità commosse Dio e fu da Lui tenuta in gran conto. Quanto Dio ne tenne conto? E perché la tenne in gran conto? In un momento in cui nessuno intendeva le parole di Dio o Ne comprendeva il cuore, Abramo fece qualcosa che scosse il cielo e fece tremare la terra: fece provare a Dio un senso di soddisfazione senza precedenti, concedendoGli la gioia di aver guadagnato qualcuno che era in grado di obbedire alle Sue parole. Questa soddisfazione e questa gioia provenivano da una creatura uscita dalle mani di Dio. Si trattava del primo “sacrificio” offerto dall’uomo a Dio, tenuto in gran conto da Dio Stesso, dal momento della creazione dell’uomo. Nell’attesa di questo sacrificio, Dio aveva passato tempi difficili, e lo considerò come il primo e più importante dono ricevuto dall’uomo che Egli aveva creato. Tale gesto mostrò a Dio le primizie dei Suoi sforzi, il prezzo che Egli aveva pagato, e Gli consentì di guardare con speranza all’umanità. In seguito, Dio provò un anelito ancor più grande per un gruppo di persone che avrebbe dovuto camminare con Lui, trattarLo con sincerità, curarsi sinceramente di Lui. Dio sperava addirittura che Abramo continuasse a vivere, perché desiderava che un tale cuore Lo accompagnasse e restasse con Lui mentre proseguiva nella Sua gestione. A prescindere da ciò che Dio voleva, si trattava solo di un desiderio, di un’idea, perché Abramo era semplicemente un uomo che si era mostrato capace di obbedirGli, ma che non aveva la più pallida comprensione o conoscenza di Dio. Era una persona molto al di sotto dei criteri prescritti da Dio all’uomo: conoscere Dio, essere in grado di renderGli testimonianza e avere piena sintonia con Lui. Perciò non poteva camminare con Dio. Nell’offerta in sacrificio di Isacco da parte di Abramo, Dio vide la sincerità e l’obbedienza di Abramo, e vide che aveva superato la prova a cui Egli lo aveva sottoposto. Sebbene Dio avesse accettato la sua sincerità e la sua obbedienza, egli era ancora indegno di diventare un Suo confidente, di diventare uno che Lo conosceva, Lo comprendeva ed era al corrente della Sua indole; era molto lontano dalla sintonia con Dio e dal fare la Sua volontà. E quindi, nel Suo cuore, Dio continuava a sentirSi solo e inquieto. Più diventava solitario e inquieto, più aveva bisogno di procedere prima possibile con la Sua gestione, e di poterSi scegliere e guadagnare un gruppo di persone che realizzassero quanto prima il Suo piano di gestione e la Sua volontà. Tale era l’impaziente desiderio di Dio, rimasto immutato dagli inizi fino ad oggi. Fin dalla creazione dell’uomo, in principio, Dio ha desiderato un gruppo di vincitori, che avrebbero camminato insieme a Lui e sappiano capire, intendere e conoscere la Sua indole. Questo Suo desiderio non è mai cambiato. A prescindere da quanto Egli dovrà ancora attendere, da quanto sarà dura la strada ancora da percorrere, a prescindere da quanto siano ancora distanti gli obiettivi cui anela, Dio non ha mai cambiato le Sue attese nei confronti dell’uomo, né vi ha mai rinunciato. Ora che l’ho detto, comprendete qualcosa del desiderio di Dio? Forse ciò che avete compreso non è molto profondo, ma le cose verranno gradualmente!

da La Parola appare nella carne

Fonte: La Chiesa di Dio Onnipotente

L’opera di Dio, l ’indole di Dio e Dio Stesso II (Parte 1.2)ultima modifica: 2019-04-11T12:50:49+02:00da cartina888
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