La dura persecuzione del Partito Comunista Cinese non fa che rafforzare il mio amore per Dio

di Li Zhi, provincia del Liaoning

Nel 2000 ho avuto la fortuna di ascoltare il Vangelo del Regno di Dio Onnipotente. Attraverso la lettura delle parole di Dio sono arrivata a comprendere il mistero dei nomi di Dio, il mistero delle incarnazioni di Dio, e le verità su come le tre fasi dell’opera di Dio salvano l’umanità, su come cambiano a fondo, purificano e perfezionano l’uomo, e molto altro ancora. Ho acquisito la certezza che Dio Onnipotente è il Signore Gesù ritornato, e ho accettato di buon grado il Vangelo del Regno di Dio. Dopodiché mi sono unita attivamente alla vita della Chiesa, dedicandomi alla diffusione del Vangelo e a rendere la testimonianza di Dio. Nel 2002 si è sparsa la voce che predicavo il Vangelo: il rischio di essere arrestata dalla polizia del Partito Comunista Cinese è diventato troppo alto e non ho avuto altra scelta che abbandonare la mia casa, per poter proseguire nel compimento del mio dovere.

Poiché il governo del PCC usa sempre i telefoni come mezzo per sorvegliare e arrestare i cristiani, dopo essermene andata non mi sono arrischiata a chiamare i miei familiari. All’inizio del 2003 ero via da ormai quasi un anno e sentivo molto la mancanza della mia famiglia, così mi sono recata a casa di mia suocera per vedere mio marito. Vedendo che ero tornata, il fratello minore di mio marito ha chiamato mia madre per dirle che ero a casa di mia suocera. Con mia sorpresa, tre ore dopo è arrivata un’auto della polizia con quattro agenti dell’Ufficio Municipale per la Pubblica Sicurezza. Appena entrati in casa mi hanno apostrofata in tono aggressivo: “Siamo dell’Ufficio Municipale per la Pubblica Sicurezza. Tu sei Li Zhi, giusto? È quasi un anno che sei sulla nostra lista dei ricercati; finalmente ti abbiamo presa! Devi venire con noi!” In preda a un terrore incontenibile, in cuor mio ho pregato Dio più e più volte: “O Dio Onnipotente! Oggi hai permesso che governo del PCC mi arrestasse. Ma la mia levatura è così bassa, e mi sento intimorita e spaventata. Ti prego, guidami, proteggimi, e concedimi la fede e la forza. Comunque mi trattino desidero fare affidamento su di Te e restare salda nella mia testimonianza. Preferisco andare in prigione che essere un Giuda e tradirTi!” Dopo aver pregato, ho pensato a queste parole di Dio: “La Sua indole è il simbolo dell’autorità, il simbolo di tutto ciò che è giusto, il simbolo di tutto ciò che è bello e buono. Più di questo, è un simbolo di Colui che non può essere[a] vinto o invaso dalle tenebre e da qualsiasi forza nemica” (“È molto importante comprendere l’indole di Dio” in “La Parola appare nella carne”). “È così”, ho pensato tra me e me. “Dio detiene la sovranità e governa tutte le cose. Malgrado in questi anni il governo del PCC abbia fatto tutto il possibile per ostacolare e arginare la diffusione del Vangelo del Regno di Dio, fedeli di tutte le religioni e confessioni che credono in Dio in modo sincero e sentono la Sua voce sono ritornati al cospetto del Suo trono per accettare la Sua salvezza negli ultimi giorni. Da ciò risulta chiaro che non vi è forza che possa arrestare l’opera di Dio, e che nessun essere umano può intralciarla. Io sono caduta in mano alla polizia del PCC, ma anche loro sono nelle mani di Dio, e con Dio al mio fianco non ho nulla da temere!” Le parole di Dio mi hanno dato fede e forza, e pian piano mi sono andata tranquillizzando.

dura persecuzione 2

Dopo il nostro arrivo all’Ufficio Municipale per la Pubblica Sicurezza i poliziotti mi hanno scortata fino a una stanza per gli interrogatori. Mi hanno sfilato la cintura, tolto i vestiti, le scarpe e le calze per perquisirmi. Conclusa l’operazione uno di loro ha gridato: “Cerca di dirci in fretta tutto ciò che sai. Da quanti anni sei una credente? Chi ti ha predicato la fede? Chi sono i capi della tua Chiesa? A quanti hai predicato tu la fede? Di cosa ti occupi nella Chiesa?” Non ho risposto alle sue domande, e lui per l’imbarazzo è diventato furioso, mettendosi a urlare: “Guarda che se non ti decidi a parlare abbiamo un sacco di modi per convincerti!” Così dicendo mi ha tirata violentemente giù dalla sedia, sbattendomi a terra. Due agenti hanno preso a calpestarmi le gambe mentre altri due mi tiravano calci violenti sulla schiena. Per poco non ho battuto la testa sul pavimento, e facevo fatica a respirare. Poi uno dei poliziotti ha cominciato a sfiorarmi le piante dei piedi con una matita, muovendola avanti e indietro, con un effetto a metà tra il dolore e il solletico. Era insopportabile; respirare mi riusciva così difficoltoso che mi sentivo soffocare e sono stata assalita dalla paura di morire. Uno di loro si è messo a minacciarmi: “Allora, parli o no? Perché se non lo fai ti tortureremo a morte!” Il pensiero dei maltrattamenti e delle intimidazioni di quella banda di poliziotti mi terrorizzava e temevo che mi avrebbero torturata a morte. Non ho avuto altra scelta che continuare a pregare Dio, chiedendoGli di concedermi la fede e la forza e proteggermi facendo in modo che restassi salda nella mia testimonianza senza mai trasformarmi in un Giuda tradendoLo. Al termine di quella preghiera, mi si sono presentate alla mente queste parole di Dio: “La fede è come un ponte di un solo ceppo: coloro che abiettamente si aggrappano alla vita avranno difficoltà ad attraversarlo, ma coloro che sono pronti a sacrificare se stessi possono attraversarlo senza problemi. Se l’uomo nutre pensieri timidi e timorosi, verrà ingannato da Satana. Questi teme che attraversiamo il ponte della fede per entrare in Dio” (Capitolo 6 di “Discorsi di Cristo al principio” in “La Parola appare nella carne”). Ispirata dalle parole di Dio, ho sentito subito crescere in me la forza e mi sono reso conto che il timore e la paura della morte erano una conseguenza dei giochetti di Satana. Il governo del PCC sperava invano di sottopormi a torture crudeli per indurmi ad arrendermi al suo tirannico potere, a tradire la Chiesa e a diventare un Giuda traditore di Dio spinta dalla paura di morire o di provare dolore fisico. Ma non avrei mai permesso che si realizzasse il subdolo piano di Satana: ho deciso che la mia testimonianza di Dio sarebbe rimasta salda anche a costo della mia stessa vita. Sebbene i poliziotti continuassero a torturarmi alla stessa maniera, non avevo più tanta paura: allora ho capito che quello era il modo in cui Dio mi mostrava la Sua misericordia e protezione, e ho provato un’immensa riconoscenza verso di Lui.

Poi due degli agenti mi hanno di nuovo ammanettata alla sedia ripetendo in tono severo le stesse domande. Vedendo che insistevo col non rispondere, hanno intensificato la tortura: mi hanno spalancato le braccia e poi le hanno tirate dietro la schiena spingendole verso l’alto. Subito ho avuto la sensazione che si spezzassero, con un dolore tale che mi si è coperto tutto il corpo di sudore e non sono riuscita a trattenere un grido. A quel punto gli agenti mi hanno sollevato le gambe fino a portarmi i piedi sopra la testa, divaricandole. Il dolore lancinante di quel movimento mi ha quasi fatta svenire. In cuor mio continuavo a pregare Dio senza fermarmi: “O Dio Onnipotente! Ti prego, concedimi la fede, la forza e la determinazione di sopportare questo dolore. Possa Tu essere il mio saldo sostegno e dare forza al mio spirito. Non importa quali spietati trucchi questa banda di demoni userà contro di me: farò sempre affidamento su di Te e resterò salda nella mia testimonianza”. Quando ho finito di pregare, mi si è presentato alla mente un inno delle parole di Dio: “Nel passaggio attraverso le prove, è normale che la gente sia debole o nutra della negatività dentro di sé, o manchi di chiarezza circa la volontà di Dio o il proprio sentiero di pratica. In qualsiasi caso, però, devi avere fede nell’opera di Dio e non rinnegarLo, come Giobbe. […] In questo modo, ciò che viene perfezionato sono la fede e le aspirazioni delle persone. Non puoi toccarlo o vederlo; è in queste circostanze che ti è richiesta la fede. La fede delle persone viene richiesta quando qualcosa non può esser vista a occhio nudo, e la tua fede viene richiesta quando non sei in grado di rinunciare alle tue nozioni. Quando non hai chiarezza circa l’opera di Dio, ciò che ti è richiesto è avere fede, prendere una posizione ferma e rendere testimonianza. Quando Giobbe raggiunse questo punto, Dio gli apparve e gli parlò. Vale a dire, è solo dall’interno della tua fede che sarai in grado di vedere Dio e, quando avrai fede, Dio ti porterà a perfezione” (“Le prove richiedono fede” in “Seguire l’Agnello e cantare dei canti nuovi”). Le parole di Dio mi hanno dato grande fede e forza. Ho pensato alle immani prove affrontate da Giobbe, al suo corpo dilaniato da dolorose piaghe e all’atroce dolore da lui sofferto. Eppure, nonostante quel dolore, era riuscito comunque a cercare la volontà di Dio; invece di peccare con le parole o rinnegare Dio, Gli aveva obbedito glorificando il Suo santo nome. Giobbe possedeva un’autentica fede e adorazione nei confronti di Dio, e per questo è riuscito a restare saldo nella sua testimonianza di Dio e a svergognare e sconfiggere del tutto Satana: alla fine Dio gli è apparso e gli ha parlato. Anche le avversità e le prove toccate a me erano state permesse da Dio. Sebbene non comprendessi appieno la volontà di Dio e la mia carne stesse soffrendo un dolore immenso, comunque spettava a Dio la decisione ultima in merito alla mia vita o alla mia morte e, senza il Suo permesso, la polizia non avrebbe mai potuto uccidermi, per quanto mi torturasse. Quegli agenti visti dall’esterno erano temibili, ma al cospetto di Dio non erano che tigri di carta, nient’altro che strumenti nelle mani di Dio. Egli Si stava servendo della loro brutalità e delle loro persecuzioni per perfezionare la mia fede, e io desideravo restare leale a Dio, mettermi completamente nelle Sue mani e affidarmi a Lui per sconfiggere Satana e non aver più paura dei poliziotti.

dura persecuzione

I poliziotti hanno continuato a torturarmi. Vedendo che mi ostinavo a tacere, uno di loro ha afferrato un righello bianco d’acciaio lungo circa mezzo metro e con quello ha iniziato a colpirmi con violenza sul viso. Non ho idea del numero di volte: mi si è gonfiato e bruciava di dolore. Non vedevo più niente, solo stelle che mi fluttuavano davanti agli occhi, e mi ronzava la testa. Poi due degli agenti si sono messi a pestarmi le cosce con i tacchi delle loro scarpe di cuoio. Ogni colpo inferto mi provocava un dolore lacerante. Nella sofferenza non ho avuto altra scelta che invocare ardentemente Dio dal profondo del cuore, chiedendoGli di proteggermi perché potessi superare la crudele tortura inflittami dalla polizia del PCC.

Alle otto del mattino seguente è entrato nella stanza degli interrogatori il comandante del Corpo di Polizia Criminale. Quando gli è stato detto che i poliziotti non erano riusciti a estorcermi alcuna informazione, mi ha apostrofata in tono furioso: “Dunque ti rifiuti di parlare? Lascia fare a noi!”, e se n’è andato. Quel pomeriggio è arrivato un grasso agente che stringeva in mano un documento di identità e mi ha chiesto: “Conosci questa persona?” Vedendo che si trattava di una sorella della Chiesa che proveniva dal mio stesso villaggio, ho pensato tra me e me: “Qualsiasi cosa accada, non devo tradire la mia sorella”. E così ho risposto: “No, non la conosco”. Con gli occhi ridotti a una fessura, l’agente ha afferrato un manganello elettrico che era appoggiato sul tavolo. Agitandomelo davanti, ha detto in tono minaccioso: “Sei cocciuta. Sappiamo che sei un capo della Chiesa, confessa! Quanti membri ha la tua Chiesa? Dove sono i soldi della Chiesa? Se non me lo dici, ti farò assaggiare questo manganello elettrico!” Vedendo la sua espressione maligna ho provato una gran paura e mi sono affrettata a rivolgere a Dio una preghiera silenziosa. Proprio allora mi sono venute in mente le parole di Dio: “Non temere, il Dio Onnipotente degli eserciti sarà certamente con te; Egli vi protegge ed è il vostro scudo” (Capitolo 26 di “Discorsi di Cristo al principio” in “La Parola appare nella carne”). Piene di autorità, le parole di Dio mi hanno dato fede e forza e all’istante ho sentito che c’era qualcosa su cui potevo fare affidamento. Ho pensato tra me e me: “Dio è onnipotente, e non importa quanto diabolici siano Satana e i demoni: non sono anche loro nelle mani di Dio? Con il saldo sostegno di Dio Onnipotente, non ho nulla da temere!” Perciò ho risposto in tono indifferente: “Non so niente”. Il grasso poliziotto ha detto con un ghigno: “Ecco cosa ti guadagni a non sapere niente!” Così dicendo ha appoggiato il manganello elettrico sulle mie manette provocando una potente scarica di corrente che mi ha pervaso il corpo inondandomi di un dolore insopportabile: un male indescrivibile. Il poliziotto ha continuato a somministrarmi scariche con il manganello elettrico; ma proprio quando ormai ero al limite, è avvenuto un miracolo: il manganello elettrico si è scaricato! Ero stata testimone dell’onnipotenza e della sovranità di Dio, oltre ad avere constatato che Dio è sempre al mio fianco, mi sorveglia, mi protegge e ha riguardo della mia debolezza. La mia fede è cresciuta e la mia determinazione a rendere la testimonianza di Dio si è rafforzata.

Vedendo che ero sempre intenzionata a non parlare, i poliziotti sono passati a sorvegliarmi a due per volta. Non mi lasciavano mangiare, bere e neppure dormire. Non appena mi appisolavo, mi picchiavano e mi prendevano a calci, sperando di fiaccare la mia volontà. Ma Dio mi ha guidata facendomi comprendere il loro piano astuto mentre io Lo pregavo in silenzio, rivolgendogli mentalmente degli inni e meditando sulle Sue parole: senza che me ne accorgessi mi si è risollevato il morale. Gli agenti, invece, non facevano che bere caffè eppure erano così stanchi che non smettevano di sbadigliare. Uno di loro ha detto meravigliato: “Deve avere un qualche potere magico per tenere duro in questo modo, altrimenti come si spiega tutta quell’energia?” Sentendogli pronunciare quelle parole, ho lodato più e più volte il grande potere di Dio, poiché in cuor mio sapevo bene che tutto stava avvenendo sotto la guida delle Sue parole, e che era la forza vitale di Dio Stesso a sostenermi donandomi fede e forza. Nonostante in quel momento non avessi idea di quali altri spietati metodi di crudele tortura la polizia avesse in serbo per me, avevo la fede che mi avrebbe permesso di contare su Dio al momento di affrontare i successivi interrogatori, e ho preso questa decisione: non mi sottometterò mai al tirannico potere del governo del PCC, anzi resterò salda nella mia testimonianza di Dio!

La sera del terzo giorno, il capo del Corpo di Polizia Criminale mi ha dato da bere un bicchiere d’acqua calda e, con un’aria fintamente preoccupata, ha detto: “Su, non essere sciocca. Qualcuno ti ha già tradita, perciò a quale scopo sopportare tutto questo per altre persone? Basta che mi dica tutto quello che sai e ti assicuro che ti lascerò andare. Tuo figlio è ancora piccolo e ha bisogno dell’amore di sua madre. Potresti avere una bella vita, e invece la sprechi credendo in chissà quale Dio! Dio non può salvarti, ma noi sì. Se dovessi avere delle difficoltà possiamo aiutarti, e poi possiamo trovarti un buon lavoro per quando uscirai di qui…” Mentre lo ascoltavo non ho potuto fare a meno di pensare al mio bambino e domandarmi come stesse da quando mi avevano arrestata. I miei amici e parenti miscredenti lo avrebbero deriso? Sarebbe stato bullizzato dai compagni di scuola? Proprio mentre cominciavo a cedere alla debolezza, Dio mi ha illuminato con un passo delle Sue parole: “Dovete essere svegli e in attesa in ogni momento, e pregare maggiormente dinanzi a Me. Dovete riconoscere i vari complotti e intrighi astuti di Satana, conoscere lo spirito e gli uomini ed essere in grado di distinguere tutti i tipi di persone, questioni e cose” (Capitolo 17 di “Discorsi di Cristo al principio” in “La Parola appare nella carne”). Ispirata dalle parole di Dio sono giunta a rendermi conto che Satana si stava servendo dell’affetto che nutrivo per la mia famiglia allo scopo di indurmi a tradire Dio. Satana sapeva che amavo mio figlio più di ogni altra cosa e stava usando la polizia come suo portavoce per attaccarmi e tentarmi, e per far sì che l’amore che provavo per mio figlio mi portasse a tradire i miei fratelli e le mie sorelle. In quel modo mi sarei trasformata in un Giuda traditore di Dio che alla fine sarebbe stato maledetto e punito da Dio. Satana è così insidioso e maligno! Pensavo all’impossibilità di essere insieme a mio figlio in modo da prendermi cura di lui, ma non dipendeva forse tutto dal fatto che il governo del PCC è il nemico di Dio e arresta e perseguita senza ritegno i cristiani? E invece i poliziotti affermavano che la causa di tutto era la mia fede in Dio: non era forse un modo per capovolgere la verità e distorcere i fatti? Il governo del PCC è così spudorato e malvagio! E così, qualsiasi cosa dicesse il poliziotto, non gli ho prestato la minima attenzione. Vedendo che non riusciva a smuovermi né col bastone né con la carota, se n’è andato via risentito. Sotto la guida e la protezione di Dio, avevo resistito ancora una volta alle tentazioni di Satana.

Quella sera erano le otto passate quando l’agente grasso è tornato stringendo in mano un grosso manganello elettrico, seguito da tre dei suoi tirapiedi. Mi hanno portata in una palestra e strappato via tutti i vestiti (lasciandomi addosso soltanto la biancheria intima), poi mi hanno legato a un tapis roulant con una corda. La vista delle loro facce, una più maligna dell’altra, mi ha fatto sentire incredibilmente spaventata e impotente, e non avevo idea di quale fosse la crudele tortura che mi aspettava o quanto a lungo sarebbe durata. Mi sono sentita così debole in quel momento, e ho cominciato ad accarezzare il pensiero della morte. Ma ho capito subito che quei pensieri erano sbagliati, e così mi sono affrettata a pregare e invocare Dio: “O Dio Onnipotente! Tu conosci i miei sentimenti, e io non voglio essere un Giuda che Ti tradisce e passa alla storia come un traditore. Ma la mia levatura è così bassa, e io sono così dolorante e debole di fronte a questo tormento: ho paura che non sarò in grado di sopportarlo e che Ti tradirò. O Dio! Ti prego, proteggimi e concedimi la fede e la forza. Ti prego, resta con me, indirizzami, guidami, e permettimi di restare salda nella mia testimonianza durante questa crudele tortura”. Dopo aver pregato, ho pensato alle parole di Dio che dicono: “Perciò, negli ultimi giorni dovete rendere testimonianza a Dio. Per quanto sia grande la vostra sofferenza, dovreste andare avanti fino alla fine, e anche al vostro ultimo respiro, dovete ancora essere fedeli a Dio e alla Sua mercé; solo questo è vero amore per Lui e una testimonianza forte e clamorosa” (“Solamente affrontando prove dolorose puoi conoscere l’amabilità di Dio” in “La Parola appare nella carne”). Le parole di Dio mi hanno dato conforto e coraggio. Mi hanno concesso di capire che se Dio stava permettendo che mi fosse inflitta quella crudele tortura era per forgiare in me un amore e una fede sinceri, perché potessi restare fedele a Dio nella mia sofferenza, sottomettermi alle orchestrazioni e disposizioni di Dio e restare salda nella mia testimonianza, facendo affidamento sulle parole di Dio indipendentemente da quanto fosse grande la prova o terribile il dolore. Avendo compreso la volontà di Dio, ho subito sentito crescere dentro di me il coraggio e la determinazione a combattere Satana fino alla fine, e ho preso questa decisione: non importa quali torture dovrò ancora affrontare, desidero continuare a vivere; e non importa quanto aumenterà la mia sofferenza, seguirò Dio fino al mio ultimo respiro!

Proprio allora, con una sigaretta che gli penzolava dalla bocca, il poliziotto grasso mi è venuto vicino e mi ha chiesto: “Allora, parli o no?” Ho risposto con risolutezza: “Potete anche picchiarmi a morte, ma continuo a non sapere nulla”. Infuriato, ha gettato la sigaretta a terra e, ribollendo di rabbia, mi ha colpito ripetutamente con il manganello elettrico sulla schiena e le cosce. Il dolore era così lancinante che mi si è coperto il corpo di sudore freddo mentre io gemevo pietosamente. Affondandomi il manganello nella carne, il poliziotto ha strepitato: “Ecco cosa ottieni in cambio del tuo silenzio! Ti farò strillare, e vedremo quanto durerai!” Gli altri agenti, che si tenevano in disparte in un angolo della stanza, mi hanno chiesto tra rauche risate: “Come mai il tuo Dio non viene a salvarti?” Hanno detto anche molte altre cose, bestemmiando Dio. Alla vista dei loro volti demoniaci, ho invocato ardentemente Dio perché mi concedesse la fede e la forza di sopportare il dolore e cancellare quel sorriso dalla faccia di Satana. Dopo aver pregato, ho serrato la bocca rifiutandomi di emettere neppure un suono per quanto mi torturassero. Non facevano che somministrarmi scariche elettriche. Quando un manganello elettrico si scaricava lo sostituivano con un altro, e mi hanno torturata al punto che mi si è annebbiata la mente e morire mi sembrava preferibile a vivere. Non riuscivo a muovere un muscolo e, vedendomi immobile, gli agenti hanno pensato che avessi perso i sensi. Mi hanno gettato addosso dell’acqua fredda per svegliarmi e poi hanno ripreso a somministrarmi scariche elettriche. Nel dolore, ho pensato alle parole di Dio che dicono: “Che banda di farabutti![1] Scendono tra i mortali per darsi ai bagordi e sollevare disordini. La loro interferenza causa instabilità nel mondo e produce panico nel cuore dell’uomo, […] Aspirano persino ad assumere il tirannico controllo della terra. Impediscono lo svolgersi dell’opera di Dio così che possa a stento avanzare, e isolano l’uomo, come dietro mura di rame e di acciaio. Dopo aver commesso così numerosi peccati e aver causato tanto turbamento, come potrebbero aspettarsi altro che non sia il meritato castigo? Demoni e spiriti maligni hanno scorrazzato in lungo e in largo sulla terra, escludendola dalla volontà e dall’incessante sforzo di Dio, così da renderli impenetrabili. Quale mortale peccato! Come potrebbe Dio non sentirSi in ansia? Come potrebbe Dio non sentirSi adirato? Causano pesanti ostacoli e opposizione all’opera di Dio. Troppo ribelli! Persino i demoni, grandi o piccoli che siano, diventano arroganti per la forza del demonio più potente e sollevano un polverone” (“Lavoro e ingresso (7)” in “La Parola appare nella carne”).

L’illuminazione delle parole di Dio mi ha permesso di vedere con chiarezza il vero volto del governo del PCC, che prova odio puro nei confronti della verità e di Dio ed è terrorizzato dal diffondersi in lungo e in largo delle parole di Dio Onnipotente. Al fine di mantenere in eterno il suo potere, il governo del PCC fa tutto ciò che può per impedire al Vangelo del Regno di Dio di diffondersi, e non si ferma davanti a nulla pur di arrestare, maltrattare e torturare i prescelti di Dio. Il governo del PCC oltraggia e perseguita in questo modo noi credenti perché desidera distruggere l’opera che Dio compie negli ultimi giorni. Lo fa nel tentativo di estirpare completamente la fede religiosa, di impedire alle persone di credere in Dio e di seguirLo, e di trasformare la Cina in un territorio ateo, conseguendo così il suo folle obiettivo di controllare il popolo cinese per sempre. Nonostante il governo del PCC proclami di fronte al mondo esterno che in Cina vige “la libertà di culto” e che “i cittadini cinesi godono di leggi giuste”, la verità è che queste sono menzogne belle e buone al solo scopo di beffare, ingannare e intrappolare le persone e che sono manovre volte a nascondere la malvagità del governo! Il governo del PCC si comporta in maniera perversa agendo in modo avverso al Cielo, e la sua essenza è quella di Satana il diavolo, di un nemico di Dio! Proprio in quel momento ho sentito il bisogno assoluto di prendere dentro di me una decisione: “Non devo permettere che l’alto prezzo che Dio ha deciso di pagare per me sia pagato invano; devo avere coscienza e determinazione, e non importa quale crudele tortura dovrò ancora sopportare: resterò sempre salda nella mia testimonianza di Dio”. Proprio allora, mi sono sentita pervadere da una portentosa sensazione di giustizia e rettitudine, e ho avvertito la presenza di Dio al mio fianco che mi dava forza. Dopo, indipendentemente da quante scariche elettriche gli agenti mi somministrassero, non ho provato più dolore. Ero ancora una volta stata testimone dei prodigi di Dio; sono diventata profondamente consapevole della presenza di Dio, del fatto che fosse Dio a proteggermi e sorvegliarmi. Gli agenti mi hanno torturata per quattro ore senza tuttavia ottenere da me alcuna informazione. Esaurite le possibilità, non è rimasto loro che slegarmi dal tapis roulant. Non mi rimaneva un solo grammo di forza in corpo e sono crollata a terra. Due poliziotti mi hanno trascinata di nuovo nella stanza degli interrogatori e mi hanno sistemata su una sedia, ammanettandomi a un tubo dell’impianto di riscaldamento. Vedendoli così avviliti, non ho potuto trattenermi dal rendere grazie e lode a Dio: “O Dio Onnipotente! Ho sperimentato la Tua onnipotenza e sovranità, e vedo che la Tua forza vitale può sconfiggere ogni altra forza. Sia reso grazie a Dio!”

Il quarto giorno sono entrati nella stanza degli interrogatori in cinque. Uno di loro aveva con sé un manganello elettrico che a un suo gesto si è messo a crepitare di elettricità. Dopo tutti quei giorni di brutale tortura, la vista della luce azzurrognola del manganello mi terrorizzava. Un agente che non mi aveva mai interrogata prima mi si è piazzato davanti, mi ha inferto un rapido colpo con il manganello elettrico e ha detto: “Mi hanno riferito che sei un osso duro. Oggi vedrò fino a che punto. Non credo che non ce la faremo a sistemarti. Allora, parli o no? Se la risposta è no, sappi che oggi sarà il tuo ultimo giorno!” Ho risposto dicendo: “Non so niente”. Per l’imbarazzo è andato su tutte le furie, e mi ha sbattuto violentemente giù dalla sedia impedendomi di muovermi. Un altro poliziotto mi ha infilato il suo manganello elettrico sotto la camicetta e mentre mi somministrava le scariche elettriche sulla schiena ha gridato: “Vuoi parlare o no? Se non lo fai ti ammazziamo!” Di fronte alla loro brutalità e alle loro facce orribili e lascive, non ho potuto fare a meno di precipitare nel terrore, e mi sono affrettata a invocare Dio: “O Dio Onnipotente! Ti prego, guidami! Ti prego, concedimi una fede e una forza autentiche!” I poliziotti hanno continuato a somministrarmi scosse elettriche tra i miei continui gemiti. Mi sembrava che tutto il sangue che avevo in corpo affluisse alla testa, e faceva così male che mi sono ricoperta di sudore e ho quasi perso i sensi. Vedendo che insistevo col non voler parlare, i poliziotti hanno iniziato a insultarmi per la rabbia. Poco dopo, quando ero sul punto di svenire, mi hanno risollevata su e ammanettata di nuovo alla sedia; dopodiché due di loro si sono messi a sorvegliarmi a turno per impedirmi di dormire. A quel punto non mangiavo cibo, bevevo acqua né dormivo da quattro giorni e quattro notti e questo, insieme alla crudele tortura che mi stavano infliggendo, aveva portato il mio fisico allo stremo. Avevo insieme fame e freddo, e il patimento della fame e del freddo era accompagnato dal dolore pulsante delle lesioni: mi sembrava che la vita stesse per finire. In quello stato di sfinimento, mi è venuto in mente un versetto delle parole di Dio: “Non di pane soltanto vivrà l’uomo, ma di ogni parola che proviene dalla bocca di Dio” (Matteo 4:4). Riflettendo su di esso ho capito che solo le parole di Dio potevano essermi di sostegno per continuare a vivere in una simile situazione, mentre allo stesso tempo mi sono anche resa conto che era Dio stava usando proprio quella situazione per perfezionare il mio accesso a quell’aspetto della verità. Meditando senza sosta su tutto ciò, senza neppure accorgermene mi sono dimenticata di tutto il mio dolore, della fame e del freddo.

La dura persecuzione del Partito Comunista Cinese

Il quinto giorno, vedendo che rimanevo ferma nel mio silenzio, i poliziotti hanno cominciato a minacciarmi con cattiveria, dicendo: “Aspetta di essere condannata. Ti daranno sette anni come minimo, ma hai ancora una possibilità di evitarlo, se cominci a parlare adesso!” Allora ho rivolto a Dio una preghiera silenziosa: “O Dio Onnipotente! La polizia del PCC dice che mi condanneranno a sette anni di carcere, ma io so che non è a loro che spetta la decisione finale, poiché il mio destino è nelle Tue mani. O Dio! Preferirei restare in prigione per il resto della mia vita e rimanere sul cammino della verità piuttosto di tradirTi!” Dopodiché, i poliziotti hanno tentato di indurmi a tradire Dio conducendo da me mio marito, che non era un credente. Vedendomi ammanettata e con tagli e lividi su tutto il corpo, mi ha detto con voce triste: “Le manette finora le avevo viste solo in televisione. Non avrei mai pensato di vedertele addosso”. Sentendoglielo dire e vedendo la sua espressione addolorata, mi sono affrettata a rivolgere una preghiera a Dio, chiedendoGli di proteggermi perché non cadessi nella trappola di Satana a causa dei sentimenti che provavo per i miei familiari. Dopo aver pregato, ho detto calma a mio marito: “Io credo in Dio, non derubo né rapino le persone. Mi limito a partecipare alle riunioni, leggere le parole di Dio, e a cercare di essere una persona onesta come richiesto da Dio. Non ho commesso crimini, eppure vogliono mandarmi in prigione”. Mio marito ha risposto: “Ti troverò un avvocato”. Vedendo che mio marito invece di cercare di indurmi a rivelare informazioni riguardanti la Chiesa e i miei fratelli e le mie sorelle si era offerto di trovarmi un avvocato, i poliziotti lo hanno trascinato fuori dalla stanza. Ho capito che Dio mi stava solo proteggendo: dato che volevo molto bene alla mia famiglia, se avessi sentito dire a mio marito cose che dimostravano la sua preoccupazione per le mie condizioni fisiche, non so se sarei riuscita a rimanere forte. Sono state la guida e la protezione di Dio a permettermi di superare la tentazione di Satana.

I poliziotti si sono resi conto che non ero caduta nel loro tranello e, salivando dalla rabbia, hanno detto: “Tra un minuto ti faremo un’iniezione che ti porterà alla follia. Poi ti lasceremo andare, e tu non riuscirai neppure a morire!” Questo mi ha gettata subito nell’ansia, e il terrore si è impossessato nuovamente di me. Ho pensato a quanto crudele e malvagio sia il governo del PCC: quando arrestano qualcuno che ricopre una posizione di rilievo nella Chiesa e non riescono a estorcergli informazioni sulla Chiesa nemmeno dopo percosse e torture selvagge, gli iniettano con la forza dei farmaci che lo portano alla follia, rendendolo schizofrenico: alcuni fratelli e sorelle sono stati crudelmente torturati e perseguitati in questo modo dal governo del PCC. A quel pensiero il mio cuore ha iniziato a martellarmi in petto, e mi sono chiesta: “Veramente sarò torturata da questi galoppini del PCC fino a impazzire e a vagare per le strade come una malata di mente?” Più ci pensavo, più la paura montava e senza che potessi farci niente mi sono coperta di sudore freddo. Subito ho rivolto una preghiera a Dio, invocndoLo: “O Dio Onnipotente! I tirapiedi del PCC vogliono iniettarmi dei farmaci per condurmi alla follia, e io ho paura di impazzire. O Dio! Nonostante io sappia di dover rimanere salda testimoniandoTi, mi sento così intimorita e spaventata in questo momento. O Dio! Ti prego, proteggi il mio cuore e concedimi la vera fede, così che io possa affidarTi tanto la mia vita quanto la mia morte e sottomettermi alle Tue orchestrazioni e disposizioni”. Proprio allora mi sono venute in mente le parole del Signore Gesù: “E non temete coloro che uccidono il corpo, ma non possono uccidere l’anima; temete piuttosto Colui che può far perire l’anima e il corpo nella geenna” (Matteo 10:28). Le parole del Signore mi hanno dato fede e forza. “Sì”, ho pensato. “Questi diavoli potranno anche uccidermi e mutilare il mio corpo, ma non possono uccidere né mutilare la mia anima. Senza il permesso di Dio, non impazzirò neppure se mi inietteranno quei farmaci”. Allora ho pensato alle parole di Dio che dicono: “Quando gli esseri umani sono pronti a sacrificare la propria vita, tutto diventa insignificante e nessuno può avere la meglio su di loro. Che cosa potrebbe essere più importante della vita? Perciò Satana diviene incapace di agire ulteriormente negli esseri umani, non c’è più nulla che possa fare all’uomo” (Capitolo 36 di “Interpretazione dei misteri delle ‘Parole di Dio all’intero universo’” in “La Parola appare nella carne”). Mentre meditavo sulle parole di Dio, la profonda paura che provavo si è lentamente dissolta e non mi sono più sentita così terrorizzata. Anzi, si è fatta strada in me la volontà di mettermi nelle mani di Dio e sottostare alla sovranità di Dio che vivessi o morissi e che perdessi la ragione o diventassi decerebrata. Proprio allora è arrivato un poliziotto che brandiva una siringa contenente il farmaco e mi ha minacciata dicendo: “Hai intenzione di parlare o no? Se non lo fai, ti inietterò questo!” Senza la minima paura, ho risposto: “Fa’ ciò che vuoi. Qualsiasi cosa accada sarà colpa tua”. Vedendo che non ero spaventata, ha detto spietatamente: “Andate a prendere quella infetta con il virus dell’AIDS! Gliela inietteremo al posto di questa”. Vedendo che continuavo a non mostrare paura ha serrato i denti per la rabbia e ha detto: “Cagna! Sei più tosta di Liu Hulan!”, e ha gettato la siringa sul tavolo. Mi sono sentita colmare di gioia. Avendo visto con i miei occhi come le parole di Dio mi avessero portata ancora una volta a umiliare Satana, non ho potuto trattenermi dall’offrire a Dio una preghiera di gratitudine. Alla fine, i poliziotti hanno capito che da me non avrebbero ottenuto le informazioni che volevano e se ne sono andati via demoralizzati.

Avendo giocato tutte le loro carte senza ottenere risultato, ai poliziotti non è rimasto che mandarmi in un centro di detenzione. Non appena sono arrivata lì, le guardie carcerarie mi hanno aizzato contro le altre detenute dicendo: “Lei è una di quelli che credono nel Lampo da Levante. Datele un ‘caloroso benvenuto’!” Prima ancora che potessi reagire, molte di loro mi si sono lanciate contro e mi hanno trascinata ai bagni; poi, dopo avermi strappato di dosso i vestiti, si sono messe a lavarmi con acqua gelida. Ogni secchio di acqua fredda che mi gettavano mi colpiva con la forza di un sasso gelido e doloroso, e mi è venuto un freddo tale che ero scossa da brividi in tutto il corpo. Mi sono accucciata sul pavimento con la testa fra le mani, invocando più e più volte Dio in cuor mio. Dopo un po’, una delle detenute ha detto: “Va bene, va bene, può bastare. Non voglio che si ammali”. Le altre detenute che mi stavano infliggendo quella punizione si sono fermate solo quando le hanno sentito pronunciare quelle parole. E lei, saputo che non avevo mangiato nulla in cinque giorni, all’ora di cena mi ha dato mezzo panino di mais cotto al vapore. Ero ben consapevole che era l’attenzione di Dio nei confronti della mia debolezza a spingere quella detenuta ad aiutarmi. Ho constatato che Dio era con me sempre, e dal profondo del cuore Gli ho reso grazie per la Sua misericordia e salvezza.

Nel centro di detenzione ho convissuto con detenute di ogni sorta. Ognuno dei nostri tre pasti consisteva in un pezzo di pane di mais cotto al vapore e due fettine di rapa salata, oppure una ciotola di zuppa di cavolo con insetti che ci galleggiavano dentro e praticamente niente cavolo. Una volta a settimana ci davano un pasto a base di cereali, che si limitavano anche in quel caso a un solo panino cotto al vapore delle dimensioni di un pugno: non mi saziava affatto. Oltre a dover ripetere a memoria il regolamento della prigione, ogni giorno che trascorrevamo lì ricevevamo l’incarico di confezionare manualmente un certo numero di oggetti artigianali, ma la mole di lavoro assegnata era impossibile da smaltire. Poiché le mie mani erano state danneggiate dalle manette troppo strette e dalle ripetute scosse elettriche, al punto da perdere del tutto la sensibilità, e oltretutto gli oggetti che dovevamo realizzare erano piccolissimi, non riuscivo a tenerli in mano e non riuscivo a portare a termine l’enorme mole di lavoro. Una volta, dopo che non ero riuscita a portare a termine il lavoro, le guardie carcerarie hanno ordinato alle altre detenute di sorvegliarmi tutta la notte per impedirmi di dormire. Inoltre mi punivano spesso costringendomi a fare il turno di guardia che mi lasciava solo quattro ore di sonno per notte. Durante quel periodo, la polizia del PCC ha continuato a interrogarmi costantemente. Avevano addirittura fatto scrivere una lettera a mio figlio, nel tentativo di indurmi a tradire Dio. Ma, sotto la protezione e la guida di Dio, sono stata in grado di discernere i tranelli di Satana e restare salda nella mia testimonianza senza cedimenti. Nonostante non fossero riusciti a ottenere nulla di compromettente, mi hanno comunque accusata di “disturbo dell’ordine pubblico” e condannata a tre anni di rieducazione attraverso il lavoro.

La dura persecuzione del Partito Comunista Cinese non fa che rafforzare il mio amore per Dio

Il 25 dicembre del 2005, avendo scontato pienamente la mia condanna, sono stata rilasciata. Dopo avere vissuto in prima persona questa lotta tra giustizia e malvagità, nonostante la sofferenza patita sia nel fisico sia nella mente sono comunque arrivata a comprendere molte verità, e ho visto chiaramente l’essenza demoniaca e ostile a Dio del governo del PCC. Inoltre sono giunta a comprendere davvero l’onnipotenza, la sovranità, lo splendore e la saggezza di Dio, facendo concretamente esperienza dell’amore di Dio verso di me e della Sua salvezza. Mentre quei demoni mi torturavano e perseguitavano, sono state la guida e l’illuminazione tempestive delle parole di Dio a fornirmi un solido sostegno e a concedermi la determinazione e il coraggio di combattere Satana fino alla fine. Quando Satana stava escogitando ogni sorta di subdoli tranelli per tentarmi e indurmi a tradire Dio, è stato Dio a usare al momento opportuno le Sue parole per mettermi in guardia e guidarmi, e per togliere la polvere dagli occhi del mio spirito affinché potessi discernere i tranelli di Satana restando salda nella mia testimonianza; quando quei demoni mi hanno inflitto torture terribili al punto che mi sembrava preferibile morire e la mia vita era appesa a un filo, le parole di Dio sono diventate il fondamento della mia sopravvivenza. Mi hanno donato una fede e una forza smisurate e mi hanno concesso di liberarmi dalla stretta della morte. Tutte queste cose mi hanno permesso di vedere davvero la meravigliosa e gentile essenza di Dio: solo Dio ama al massimo l’umanità. Il governo del PCC, d’altro canto, una banda di criminali composta da Satana e i suoi demoni, sa solo corrompere, danneggiare e divorare le persone! Oggi, di fronte agli attacchi sempre più feroci che il governo del PCC infligge alla Chiesa di Dio Onnipotente, sono fermamente determinata ad abbandonare del tutto quel vecchio diavolo del governo del PCC, a donare il mio cuore a Dio e a fare il massimo del possibile per perseguire la verità e cercare di amare Dio. Diffonderò il Vangelo del Regno di Dio e riporterò davanti a Dio tutti quelli che credono sinceramente in Lui, che anelano alla verità e che sono stati così profondamente ingannati dal governo del PCC, per poter ripagare Dio per avermi concesso la grazia della Sua salvezza!

Note a piè di pagina:

1. “Farabutti” sono dello stesso genere di “una banda di delinquenti”.

a. Il testo originale dice: “è un simbolo dell’essere incapace di essere”.

Fonte: La Chiesa di Dio Onnipotente

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La dura persecuzione del Partito Comunista Cinese non fa che rafforzare il mio amore per Dioultima modifica: 2020-11-19T12:44:33+01:00da cartina888
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